Il futuro delle aziende è SOLO digitale secondo il Politecnico di Milano

Il Convegno, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, è l’evento annuale rivolto alla Community dei CIO e quest’anno il 3 dicembre in via Ampere si sono riuniti i CIO delle principali aziende italiane che partecipano ai lavori di ricerca del Politecnico per discutere il futuro digitale delle aziende.

E’ interessante riportare alcuni contributi perché fanno riflettere le valutazioni e gli approcci differenti che sono emersi tra gli Amministratori Delegati ed i Responsabili ICT presenti. L’evento infatti è utile perché mette a confronto le esigenze del business con la visione dei responsabili tecnologici delle aziende.

L’introduzione del prof Rangone descrive la situazione impietosa del panorama ICT Italiano rispetto agli altri paesi Europei. I maggiori investimenti per l’Agenda Diagendagitale avvengono ancora nella pubblica amministrazione, che oggi genera più del 50% del Pil Italiano, mentre le aziende hanno atteggiamento sintetizzato in “…Agenda Digitale? Noi abbiamo già i server quindi siamo a posto…Sorriso

Per quanto riguarda i finanziamenti  Europei che sono legati alla nostra capacità di proporre progetti interessanti e di “riprendere” soldi che ci vengono a vario titolo tolti, non siamo ancora capaci di utilizzare i Fondi in modo adeguato, rispetto all’assegnazione. imprenditoriQuesto è uno dei tanti problemi per cui non riusciamo ad essere competitivi con gli altri paesi anche quelli emergenti come Estonia, Lituania etc…

La realtà presentata dal Politecnico, con il panel di grandi aziende è comunque leggermente diversa, perché chi ha partecipato alla giornata ha evidenziato progetti innovativi e digitali interessanti. Sono investaltrettanto degne di nota le STARTUP che sono nate intorno al programma del Politecnico di Milano e che rappresentano la punta di un iceberg di ricerca ed innovazione che è presente in Italia anche se non crea ancora occupazione in modo significativo. Peccato che il tessuto imprenditoriale diffuso sia quello delle PMI che negli studi del Politecnico sono sempre poco presenti e altrettanto poco attente agli sviluppi digitali.

Il prof. Corso ha poi descritto i risultati dell’Osservatorio permanente della community dei CIO e quanto emerge da un anno di ICT Management Academy.

Dalle osservazioniinvestimenti priorità cio e dai dati ricavati sembra che, avendo toccato il fondo dei progetti di risparmio e dei tagli di budget ai CIO, dal 2014 le grandi aziende ricomincino timidamente a fare investimenti, che come presenta la figura si concentreranno su aspetti tradizionali di digitalizzazione ma pur sempre rilevanti nel panorama di arretratezza delle nostre infrastrutture.

Dopo le introduzioni il dibattito si fa animato per un bel intervento del Dott. Majocchi di Emilceramica che porta in evidenza come si muovono le migliori aziende italiane che esportano, e che tipo di attenzione hanno alla tecnologia. Dall’intervento emerge che le priorità dei  CEO e dei responsabili di business sono per tecnologie di prodotto, che creano l’eccellenza anche verso i mercati esteri, qui le migliori aziende fanno molti investimenti. Evidentemente l’investimento in produttività al di fuori della fabbrica, e quindi nei processi di lavoro degli Information Worker, a supporto  dei processi aziendali non è nelle priorità delle PMI, e comunque sono anche poche aziende che in questo momento stanno innovando anche solo il prodotto.

Risponde a  Majocchi, Roberto Pesce, di NextiraOne e membro del direttivo di Assinform, che fa notare come, a parte alcune eccellenze “che sono anche presenti agli eventi del Politecnico aggiungo io”, in Italia la situazione di innovazione digitale delle aziende incontra anche molte resistenze nella Pubblica Amministrazione che dovrebbe per prima rinnovarsi per agevolare il paese nell’incremento di produttività.

Resta impresso l’approccio delle aziende che emerge e che è descritto bene dal Dott. Majocchi. Questa riflessione va vista incrociando i dati che derivano da un altra analisi, quella del professor Sacco che presento nel mio blog precedente. Qui infatti si mostrava come le società di altri paesi il cui PIL ora sta cominciando a crescere abbiano investito meno in prodotto e più in persone e infrastruttura ICT in modo rilevante e bilanciato. Viene il dubbio che il nostro approccio alla tecnologia sia vincente solo nel breve periodo e non sia risolutivo senza la giusta attenzione a tutti i processi aziendali e della pubblica amministrazione.

L’intero evento che come sempre è registrato lo troverete nell’area Premium di www.osservatori.net