La persona al centro

Il 21 marzo sono stata a Coaching Expo 2018 a Milano. Un evento interessante, con ospiti di chiara fama, riguardante l’aspetto umano nella trasformazione digitale. coaching expo 2018.PNG

Le sessioni di intervento erano praticamente tutte focalizzate sul tema del cambiamento, in quanto parlare di trasformazione digitale implica utilizzare le nuove tecnologie con modalità differenti e di conseguenza traghettare le aziende verso nuovi modelli organizzativi.

Ascoltando i vari interventi sono stata sorpresa nel notare che a fronte della parola ricorrente “cambiamento” purtroppo gli esempi riportati erano spesso ingessati su modelli organizzativi gerarchici di estrapolazione molto fordiana. Ho avvertito anche una certa avversione al cambiamento portata più da necessità di mantenimento di status che non da vere difficoltà riscontrate.

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Si parlava di una variazione di forma mentis con attività formative e di coaching ma sempre e solo a livello di top level e al massimo di primi riporti.  Se un’azienda è un insieme di persone che collaborano per un obiettivo comune forse sarebbe opportuno diffondere tali competenze ed esperienze a tutti i livelli per facilitare lo sviluppo di coesione e creatività.

Ho sentito molto parlare di responsabilità gerarchiche e poco di quelle funzionali. Anche se da diversi anni si parla di lavoro agile, nuove organizzazioni ogni volta che ci si rapporta con lo stratoRU economico delle PMI italiane si ha a che fare con problematiche relative alla “vicinanza e controllo” , rilevazione presenze, misurazione di compiti piuttosto che obiettivi e soprattutto un sistema di valorizzazione delle persone ormai spesso anacronistico e quasi sempre in versione top-down. Nelle PMI già maggiormente strutturate si è ancora fautori di modelli organizzativi a più di 4 livelli che oltre a non essere snelli e rapidi in un momento di grande velocità dei mercati sono sovente un collo di bottiglia per il passaggio delle idee e delle informazioni con un generale sentore di sfiducia e malcontento all’interno.

 

In tutti gli interventi si è parlato di “Gruppo” in quanto nel futuro solamente i team collaborativi, adattivi ed eterogenei saranno in grado di apportare innovazione all’interno delle aziende usufruendo anche della contaminazione che deriva dalla partecipazione di soggetti differenti interni ed esterni alle aziende. La gestione di questi gruppi dovrà avvenire con organizzazioni differenti dalle attuali e con un lavoro per obiettivi chiaro e condiviso.

Sicuramente il coaching e la formazione sono gli abilitatori di un vero processo di cambiamento, soprattutto per far emergere le potenzialità che sono dentro TUTTE le persone e i lavoratori.

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In un mondo che va verso la tecnologia più spinta, dove le macchine sostituiranno l’uomo in tutti quei processi ripetitivi e a basso valore aggiunto diventano sempre più importanti le visioni da un altro punto di vista per raggiungere risultati, come ricordato da ICF , “Extra-ordinari”.

fastfailAlcuni esempi positivi sono stati evidenziati per esempio da Google che da sempre attua un processo di “Fast-fail” e da disponibile ai suoi collaboratori il programma “20 percent”. Il Fast-fail è l’approccio delle start-up all’innovazione, ovvero non si sta a pensare troppo ma si agisce in fretta. Se si fallisce si impara dai propri errori e si è subito pronti a ricominciare in un modo differente.

20%

Il programma 20% è stato studiato per favorire la creatività dei dipendenti, ovvero in una giornata lavorativa un 20% della stessa puo’ essere dedicata a propri interessi personali pur mantenendo garantito il raggiungimento degli obiettivi concordati.

 

Il fatto di sentirsi liberi e sereni di dedicarsi a ciò che piace di più permette alle persone di vivere costantemente in un clima di benessere psico-fisico che risulta di grande aiuto anche alla produttività e creatività aziendali.

Il brand Awan di Cloudea si sta occupando già da diversi anni dei percorsi di cambiamento nell’ambito della trasformazione digitale: revisione dei processi in un’ottica più snella, riorganizzazioni, formazione su produttività e gestione per obiettivi, corsi su metodologie creative che possono essere utilizzate sia per sviluppare nuovi business che per promuovere l’imprenditorialità dei singoli dipendenti soprattutto in un’ottica di eventuale ricollocazione.

Notando che all’estero esistono già i “manager della felicità” e addirittura, nel

paFELIXSDnorama politico internazionale, i “ministeri della felicità”, dal 2018 AWAN ha approntato un corso formativo sul benessere in azienda FELIX COMPANY 4.0 per sviluppare davvero il potenziale del maggiore investimento che fanno le aziende: il capitale umano.

 

 

 

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